Nonno e nipote si tengono per mano al limitare del marciapiede, di fronte a loro una fila ordinata di strisce pedonali attraversano una strada deserta in periferia di Torino, il semaforo segnala un inamovibile omino rosso per me ultimo ostacolo che mi separa dalla mia macchina con cui tornerò verso casa. Il nonno porta una coppola in tessuto irlandese e un bastone di legno scuro, il nipote un berretto di Pluto e un elefantino di peluche, la differenza generazionale pare studiata per suscitare tenerezza.
Arrivato di fianco a loro ci ritroviamo io a sinistra, il Coppola a destra e Pluto al centro. Guardo a sinistra appurando la già palese assenza di macchine, guardo a destra e mentre il piede si muove in automatico per iniziare ad attraversare la strada il mio sguardo è attirato da qualcosa; Coppola mi guarda severo e mentre cerco di interpretare il suo sguardo Pluto dichiara “nonno andiamo” e quello risponde “No, si attraversa solo con il verde”, Pluto insiste “ma dai…uffa”, Coppola controbatte in rima baciata “Prima impari a fare e poi fai come ti pare” e io trattengo un sorriso.
Assisto alla scenetta e comprendo il perché di quello sguardo, decido dunque di facilitare il compito educativo: evito di attraversare con il rosso risparmiando al nonno il dover spiegare al nipote perché IO posso attraversare con il rosso e LUI (il nipotino) no.
Con un cenno mi ringrazia e mi ritrovo a pensare a quanto la rigidità di certe regole sia necessaria per imparare a gestirle in modo flessibile. La rigidità per ottenere flessibilità è un paradosso valido per ogni età e per ogni cosa che dobbiamo o vogliamo imparare. Cosi come il più aulico ed abile degli scrittori si è ritrovato a scrivere ripetutamente le singole lettere dell’alfabeto su un foglio a quadretti, cosi come il miglior pianista mai esistito ha ripetuto esercizi di solfeggio fino allo sfinimento, allo stesso modo il bambino col berretto di Pluto impara a seguire rigide regole anche quando apparentemente non servono, in modo da farle proprie e poterle un giorno gestire in modo autonomo e corretto.
Ad ognuno di noi il compito di comprendere quando e quanto tale rigidità serva all'educazione nostra, dei nostri figli e delle persone che ci stanno accanto.
Dott. Francesco Marsilli
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