L'emergenza nata dalla pandemia di Covid19 influisce sulle abitudini e sulla quotidianità della popolazione non solo determinando problemi sanitari ma anche problemi psicologici.
Non solo dunque cure per il corpo, ma anche cure per la mente: ne parliamo in questo articolo con la dott.ssa Marisa Ciola, psicologa e psicoterapeuta di Trento, formatrice ufficiale del CTS di Arezzo, fondatrice del gruppo "ReAct" e membro del gruppo "In Forma Mentis".
Dott.ssa Ciola, questa emergenza ha investito anche il lavoro degli psicoterapeuti?
Sicuramente, questa ondata di pretesa di "libertà obbligatoria" dal lockdown o dalla quarantena sta coinvolgendo molte persone che si rivolgono a noi per un sostegno, un supporto. Mi preme fare chiarezza su alcuni termini che comunemente si associano alle diverse situazioni e che sono profondamente diversi tra loro. Sentiamo parlare di ansia, panico e angoscia: siamo di fronte ad un pericolo concreto, il virus è un nemico reale dal quale è difficile difendersi, ci sentiamo impotenti di fronte a quello che accadrà e queste sensazioni provocano angoscia, un continuo senso di oppressione.
Dunque un'angoscia che crea problemi, quali ad esempio?
L'angoscia comporta diverse possibili patologie, dai disturbi del sonno fino ad un generale senso di forte impotenza. Il continuo pensare a ciò che accadrà e che potrebbe accadere a noi o ai nostri cari, sia dal punto di vista economico che della salute, provoca una necessità di controllo e al contempo di una risposta che realisticamente non esiste. La caratteristica tipica del sonno è il lasciarsi andare, cosa che non è facile se siamo avvolti in una spirale che gira e rigira mille domande senza arrivare mai ad una conclusione e non ci permette di addormentarci.
Oltre alla difficoltà a dormire quali sintomi sono riscontrabili?
Un'altra somatizzazione specifica derivata dall'angoscia che rileviamo in questo periodo è la ricerca, da parte delle persone, dei sintomi tipici ormai ben conosciuti del Covid19. Questo porta ad un continuo ascoltarsi che diventa una sorta di trappola che, in alcuni casi, porta alcune persone a trovare anche quello che non c'è. Ad esempio, un breve affaticamento, una mancanza di respiro, possono subito creare un'allerta alla quale si cerca di dare immediatamente una risposta.
Qual'è l'aiuto che si può dare in queste situazioni?
Dobbiamo cercare di mantenere l'angoscia ad un livello basso: in molti tendono a richiedere dei farmaci, o anche a farsi abbuffate di cibo o abusare di alcol. Noi cerchiamo di tranquillizzare le persone contestualizzando ciò che sta succedendo. Dobbiamo cercare di sbloccare questa ansia di controllo facendo in modo che ci sia una gestione volontaria e continua dei vari momenti della quotidianità, per trovare insieme le strategie che portano a risolvere il problema.
In merito al sonno quale può essere una soluzione?
Certamente non dobbiamo dirci: "adesso devo dormire perché è tardi". Soprattutto in questo periodo il sonno non arriva se continuiamo a rimuginare su pensieri ossessivi, paure, dolori. Una soluzione può essere scrivere, portare fuori le preoccupazioni, quello che sentiamo dentro. Può aiutare anche tenere, se possibile, gli occhi chiusi dopo essersi sdraiati: fiduciosi che il sonno poi arriverà. Mi preme un ultimo invito a tutti, è importante evitare di stare tutto il giorno ad ascoltare notizie sull'emergenza, sui contagi, sul virus e altro ancora, è più che sufficiente, per i non addetti al lavori, farlo una volta al giorno per aggiornarsi e poi dedicarsi ad altre cose.
Se soffri di insonnia o se il timore di questa pandemia di impedisce di vivere serenamente la tua quotidianità, non esitare a contattarmi attraverso la sezione "Contatti" di questa pagina, Lavoro in studio a Trento e online in tutta Italia attraverso la piattaforma Skype.
Oppure puoi contattare direttamente la dott.ssa Ciola Marisa a questo link https://www.marisaciola.it/
Dott. Marsilli Francesco
Articolo preso dal quotidiano "Trentino" del 7 Aprile 2020
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