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Immagine del redattoreDott. Francesco Marsilli

4° - "Si sa l'inizio, ma mai la fine!": come capire se lo psicologo sta facendo bene il suo lavoro.

Eccoci al quarto articolo della serie "Perché siamo tanto restii ad andare dallo psicologo?". Anche in questo caso la motivazione è frutto di preconcetti, disinformazione e dell’imperante paradigma medico occidentale che impone il tutto e subito nella cura della persona.

Quarta Motivazione:

"Si sa l'inizio, ma mai la fine!"


Iniziamo da un semplice dato di fatto: nessuno obbliga né ad andare dallo psicologo né a prolungare nel tempo la durata della terapia.

Vi sono però determinati tipi di psicopatologie che necessitano di una prolungata durata nel tempo ma, dal punto di vista di chi scrive, una buona terapia applicata a disturbi psicologici molto gravi (disturbi di personalità, profondi stati depressivi, disturbi borderline) non dovrebbe durare più di 3-4 anni. Attenzione però, stiamo parlando di meno del 3-4% dei pazienti che effettivamente si rivolgono ad uno psicologo o psicoterapeuta. Nel resto del 96-97% dei casi un buon percorso psicologico può concludersi nell'arco di qualche mese, al massimo in anno (ovviamente in base alla persona).

Fino ad oggi nella mia professione non mi è mai capitato di andare oltre la decima seduta.

Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Vi è un differenza fondamentale tra le varie correnti psicoterapeutiche, psicologiche e psichiatriche nel concetto di durata della terapia e di cura ma, nonostante tutte le differenze, l'obiettivo rimane uno solo: fare in modo che la persona torni a camminare nel mondo con le sue gambe, che sia libera e indipendente.


L'obiettivo del mio lavoro è fare in modo che la persona possa fare a meno di me!


Resta il dato di fatto che il terapeuta non è un mago e nessuna terapia possiede cure miracolose. Per cambiare un equilibrio personale gravemente compromesso ci vuole tempo, molti sforzi e sacrifici, come per una lunga riabilitazione dopo un grave incidente o dopo un coma di diversi anni.

Alcune patologie gravi bloccano la persona nel tempo, cristallizzano la mente in una bolla che lei stessa ha creato, come se la mente entrasse in uno stato di coma profondo ma cosciente. Come negli stati di coma profondo che possono durare anni o decenni, le patologie gravi sono dei "sonni della mente" molto prolungati nel tempo; cosi la cura psicologica può avere la necessità di durare molto


Tenete sempre a mente che::

1 - Ogni persona ha una tipologia di terapia e di terapeuta che meglio le si addice.

2 - Il fatto che le psicopatologie possano essere sofferte e persistenti da anni non significa che la terapia debba essere altrettanto sofferta e prolungata nel tempo.


Certo non è facile per la persona senza cultura psicologica capire se terapia sta funzionando;

Ecco alcune semplici domande che tutti possiamo porci per capire se il percorso che stiamo facendo è effettivamente utile o no:


1 - Dopo i primi 10 incontri di terapia la mia quotidianità, il rapporto con gli altri e con me stesso sono migliorati in modo oggettivo ed evidente? Nella vita di tutti i giorni, se cambi in meglio, le persone che ti stanno intorno si accorgono dei tuoi cambiamenti positivi! se cosi non fosse magari chiedi proprio a chi sta più vicino se ha notato cambiamenti positivi.

2 - La terapia che sto seguendo mi aiuta a rendermi indipendente? nelle condizioni attuali potrei farcela senza il sostegno del professionista? Se le sedute sono troppe o troppo ravvicinate si rischia di sviluppare un eccessivo attaccamento al professionista e una scarsa indipendenza e responsabilità per il superamento del problema. Poniti questa domanda dopo le prime 10 sedute oppure dopo i primi 2 mesi di terapia. Se la risposta è negativa allora parlane al prossimo incontro. Può succedere che quel professionista o quella terapia non facciano per te.

3 - Il terapeuta che mi sta aiutando mi ispira fiducia, senso di protezione, empatia ? non tutti i pazienti sono per tutti gli psicologi e non tutti gli psicologi sono per tutti i pazienti! Lo psicologo/psicoterapeuta non è solo una persona che ha studiato per aiutarti. E' molto importante che, oltre alla performance lavorativa, ci sia anche un legame emotivo tra di voi!

4 - In una scala da 1 a 10, se 1 è quando ho iniziato la terapia e 10 è quando sarò finalmente libero dal mio problema, ora a che punto sono? in quanto tempo ci sono arrivato? arrivato ad un certo punto del tuo percorso prova a guardarti indietro, com'eri quando hai iniziato? e come sei adesso? questo percorso ha realisticamente e concretamente permesso di migliorarti?


Porsi queste 4 semplici domande nel corso della terapia o dopo alcune settimane/mesi può facilitare la presa di coscienza dell’efficacia della terapia che stiamo seguendo.

Se la risposta ad una di queste domande è un secco "no" sarebbe forse utile parlarne col professionista stesso o scegliere un diverso approccio.



Ti è piaciuto questo articolo? leggi anche il 5° della serie. "non mi va di raccontare i fatti miei ad uno sconosciuto": quantità vs qualità

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Lavoro in studio a Trento e online in tutta Italia



Dott. Marsilli Francesco



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